lunedì 22 settembre 2014

ISIS, NUOVO MESSAGGIO CHOC: "COLPIREMO ROMA, RAPIREMO .....

«Questa è la campagna finale dei crociati ma saranno i soldati dello Stato islamico a condurre l’attacco decisivo. Conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne». E' l'ultimo delirante messaggio diffuso dall'Isis attraverso un messaggio audio diffuso su internet da Abu Mohammad al Adnani, portavoce dello Stato islamico. L'estremista invita i seguaci a colpire i membri della coalizione ovunque essi siano. Al Adnani si rivolge in modo sprezzante verso Barack Obama, definendolo un servo degli ebrei e un vigliacco. Insulti accompagnati da annotazioni di tipo militare, con cui ci si fa beffa delle forze locali impegnate in missioni terrestri contro l'Isis. Le nuove minacce dell'Isis riguardano tutti i Paesi che sostengono le operazioni militari di Stati Uniti e Francia in Iraq. «Se potete uccidere un miscredente americano o europeo - soprattutto uno sporco francese - o un australiano o un canadese, uccidetelo in qualunque modo possibile e immaginabile», aggiunge poi il portavoce. Curdi in fuga accolti in Turchia. Sono 100.000 i curdi fuggiti in questi giorni dalla Siria in Turchia sotto la minaccia dei jihadisti dello Stato islamico (Isis).Lo ha annunciato l'Alto commissariato Onu per i rifugiati. «Il governo turco ha però corretto la cifra precisando che icurdi arrivati in Turchia in questi giorni sono 130.000», ha spiegato vice premier turco Numan Kurtulmus. Venerdì la Turchia ha aperto i suoi valichi di frontiera ai curdi in fuga dall'enclave di Kobane/Ayn Arab, assediata dai jihadisti. Ieri al confine ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti curdo-turchi e le autorità locali hanno deciso di chiudere i valichi frontalieri, costringendo migliaia di civili a rimanere intrappolati in territorio siriano a ridosso dei reticolati turchi. Il Pkk ha chiesto a tutti i curdi di Turchia di andare a combattere contro i jihadisti dello Stato islamico in Siria. «Il giorno per la gloria e l'onore è arrivato. Non ci sono più limiti alla resistenza», è scritto in un comunicato del Partito dei lavoratori curdi in cui si parla di «mobilitazione». Sinai. Uno dei leader dello Stato Islamico (Is), Abu Mohammed al-Adnani, ha chiesto alle organizzazioni terroristiche della penisola del Sinai, nel nord dell'Egitto, di continuare con gli attacchi e le decapitazioni di agenti della sicurezza egiziana. «Riempite per loro le strade di esplosivi. Attaccate le loro basi. Fate irruzione nelle loro case. Tagliate le loro teste. Non fateli sentire al sicuro», ha affermato al-Adnani in un nuovo messaggio di 42 minuti diffuso sul web. L'appello del leader dell'Isis arriva all'indomani di un attentato vicino alla sede del ministero degli Esteri al Cairo. Nell'attacco, rivendicato dal gruppo qaedista Ajnad Allah (I soldati di Dio), sono morte almeno tre persone. Tony Blair. «Non è da escludere l'invio di truppe di terra contro l'Isis». Lo ha dichiarato l'ex premier britannico, Tony Blair, in una intervista alla Bbc. «Se non si è pronti a combattere questa gente sul campo di battaglia è possibile contenerli ma non sconfiggerli», ha aggiunto. L'ex leader laburista ha precisato che non essendoci questa volontà da Parte dell'Occidente potrebbero essere forze locali a farlo. Blair è sicuro infatti che i raid aerei, lanciati da Usa e Francia, «non sono sufficienti». Re della Giordania: jihadisti non sono musulmani. L'ascesa dello Stato islamico si sarebbe potuta evitare se la comunità internazionale avesse lavorato più duramente insieme per assicurare che i finanziamenti e il sostegno ai gruppi islamisti in Siria non avessero preso la misura che hanno avuto. Lo sostiene il re giordano Abdallah II in un'intervista alla Cbs, alla vigilia dell'assemblea generale dell'Onu. Secondo il monarca, ora il gruppo jihadista ha accesso alle risorse petrolifere che rendono più difficile sconfiggerlo. «Sono in grado di produrre fino a un miliardo di prodotti petroliferi derivati in un anno», ha aggiunto, «il che significa che potranno pagare molti combattenti stranieri, possono acquistare armi». Per Abdallah II, i jihadisti non dovrebbero nemmeno chiamarsi musulmani: «Sapere che parlano in nome dell'islam è orrendo e scioccante». Il re sostiene anche che il mondo deve unirsi contro l'Isis. «Lo stato islamico ha innescato una presa di coscienza: è tempo per noi decidere di combattere il bene contro il male». Sulla minaccia che i terroristi possano entrare in conflitto con i soldati giordani al confine, il re assicura: «Le nostre frontiere sono estremamente sicure».
Fonde Leggo 

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