lunedì 22 settembre 2014

Ilaria, 22 anni: «Vi parlo della mia malattia,LEGGETE STORIA

Puntare i riflettori su una malattia di cui si parla poco, l’artrite reumatoide. A farlo, con un video pubblicato sul social network Facebook è una ragazza di 22 anni, Ilaria Milani, che in maniera semplice e diretta racconta lo stravolgimento che ha subito la sua vita negli utili tre mesi, dopo che le è stata diagnosticata la malattia.
Il video di Ilaria (https://www.facebook.com/video.php?v=10152716040632463&set=vb.740872462&type=2&theater) ha subito conquistato la rete: più di 150 mila “like”, oltre 80 mila condivisioni e migliaia di commenti di incoraggiamento per la ragazza che spiega come  «Nascondersi non serve a niente, bisogna invece parlare dei problemi in modo efficace per affrontarli».
E lei lo fa. Parla dei suoi problemi  senza vergognarsi e senza aver paura. Racconta dei primi mal di schiena, dei dolori al collo. E poi delle ginocchia gonfie. Ricorda le tante visite fatte e poi la diagnosi. «Ilaria, dovrai prepararti psicologicamente perché con questa malattia dovrai conviverci tutta la vita», le hanno detto i medici. «Una malattia rara e incurabile, di cui non si conoscono le cause e che colpisce circa l’1 per cento della popolazione». Da quel giorno Ilaria ha dovuto iniziare a fare i conti con un corpo «che non sentivo più mio», con una vita diversa da quella che conduceva prima, quando alzarsi dal letto, allacciarsi le scarpe, andare a correre o a ballare erano le cose «più banali del mondo». 
Ora non è più così. Ilaria deve prendere diversi farmaci ogni giorno, deve farsi delle punture sulla pancia e a volte per «alzarmi dal letto devo bombardarmi di cortisone». Nonostante tutto lei non vuole stare in silenzio. Anzi. Vuole far sentire la sua voce affinché si parli di più di questa malattia. «Non sono qui a chiedervi di fare donazioni», dice, « Sono qua perché penso che non serva a niente chiudere gli occhi e fare finta di nulla solo perché una cosa non ci riguarda in prima persona. Non voglio stare zitta, non fare niente e guardare passivamente tutto quello che mi accade intorno. Spero con questo video di avervi trasmesso qualcosa, spero che si senta in futuro di parlare di usta e di altre malattie rare e un po’ meno del culo di Belen»
Fonde healthdesk.it 

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