martedì 30 settembre 2014

Nel nuovo ufficio di De Falco «Mezzo vuoto ma con vista mare» Leggi la notizia

Aveva chiesto un pezzo di mare e gli hanno dato un ufficio senza nome, ma con vista sul molo Capitaneria. Il capitano di fregata Gregorio Del Falco, nel suo «primo giorno di scuola» sorride per la prima volta mentre racconta quello che gli è capitato pochi minuti prima.
«Devo ammettere – dice l’ufficiale entrando nella stanza dalla quale svolgerà il suo nuovo incarico di responsabile del Centro studi – che questa mattina ho sbagliato strada. Poi, dopo il colloquio con il comandante Faraone, mi sono anche ricordato che domenica avevo lasciato lo zaino alla sala operativa e sono andato a riprenderlo».
Poi si fa serio e lo capisci da tre aneddoti quanto gli mancherà essere in prima linea. «A Santa Margherita – ricorda – per ascoltare le comunicazioni via radio della sala operativa tenevo la porta dell’ufficio sempre aperta». E ancora: «Sempre quando ero in Liguria in due giorni abbiamo chiuso un’indagine per la morte di una ragazza sott’acqua e i responsabili hanno poi patteggiato». Infine: «Nel 2003 feci una battaglia incredibile per far ormeggiare le navi da crociera più distanti dalla costa e dalla riserva marina, oggi dopo la legge Clini che vieta gli inchini quell’ordinanza è ancora valida».
Adesso per andarlo a trovare alla Direzione marittima sarà necessario attraversare metà del piazzale all’interno della “caserma”, salire una scala in alluminio e imboccare un lungo corridoio troppo buio per orientarsi.
Fuori dalla porta del terzo ufficio c’è una targa in plexiglas ancora vuota. Dietro l’ingresso ci sono una scrivania in noce sulla quale è appoggiato un computer (spento), un paio di sedie traballanti e un armadio dove, al di là dei vetri, si intravedono vecchi fascicoli.

Alle pareti una vignetta di Alberto Fremura sotto a un climatizzatore troppo grande per un ambiente così piccolo. «Potete toglierlo – dice a quattro colleghi che entrano per salutarlo – quando è caldo a me basta aprire le finestre». E ancora: un calendario aggiornato, qualche targa e una litografia del golfo di Portoferraio. In un angolo una bandiera italiana scolorita.
«Non ho idea di quanto potrò restare qui. Dico solo che sono pronto per fare il capo servizio operativo. I miei compagni di corso hanno preso comandi pieni. A me, invece è toccato un incarico equipollente». Il mare ora è alle spalle.
di Federico Lazzotti – Fonte: Il Tirreno

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