lunedì 10 novembre 2014

Le 10 cose da non fare dopo aver fatto l'amore Leggete

Hai appena finito di fare l'amore e quel clima di intimità, complicità e tensione emotiva è ancora nell'aria. Non hai ancora ripreso il completo possesso del tuo corpo e di te stessa, e stai ancora assaporando quell'abbandono estasiante al di là del tempo e dello spazio. 


Ma attenzione perché purtroppo il ritorno alla realtà è dietro l'angolo. Basta una parola sbagliata, un gesto inappropriato o, meglio, una domanda inopportuna. E tutta quella magia e la connessione che si era creata durante l'atto sessuale si spegne in una frazione di secondo.

No, quindi, ad analisi dettagliate e paranoiche sulla prestazione sessuale, durata e resistenza, no a "cucchiani" forzati, no a discorsi impegnativi.

Dopo quel breve spavento tra ciò che è successo prima e il ritorno in sé, il post - sesso può essere bello tanto quanto la seduzione o il piacere stesso, senza limitarsi a una sigaretta o a un rivestirsi e andarsene.

Soprattutto noi donne, dovremmo metterci in testa che gli uomini sono diversi da noi. Se si addormentano non è perché sono profondamente egoisti e insensibili, ma è la loro reazione fisiologica.

Noi vorremmo immediatamente parlare, avere conferme, sentirci amate ma, soprattutto, vorremmo una razione doppia di coccole. Ma no, l'uomo non è così. Non ci dirà "ti amo" e non ci soffocherà di baci e carezze, vorrà solo rilassarsi e godersi il momento. Proprio perché è stato bene. E se vi guarda con una espressione persa nel vuoto, no, non sta pensando a nulla, quindi fate a meno di chiederglielo. 

Agli uomini le complicazioni non piacciono. Prima riusciremo a capire che sono molto più semplici e immediati di noi, più il risveglio post sessuale sarà piacevole per entrambi. Ecco (nella gallery in alto) quali sono le 10 cose assolutamente da evitare dopo aver fatto l'amore. (vanityfair.it)

domenica 9 novembre 2014

Aborti, i medici piu'obiettori di coscienza "Accesso sempre più difficile" LEGGETE

La denuncia: "Molte donne costrette ad emigrare in un'altra regione o addirittura fuori dal paese per ottenere quello che la legge 194 in teoria garantisce". Nasce  la rete avvocati a sostegno delle pazienti e dei professionisti
ROMA - In Italia le interruzioni di gravidanza sono sempre più difficili, con molte donne costrette ad emigrare in un'altra regione o addirittura fuori dal paese per ottenere quello che la legge 194 in teoria garantisce. Lo affermano i medici della Laiga, (Libera associazione italiana dei ginecologi per l'applicazione della legge 194),  riuniti in congresso oggi e domani a Napoli, che annunciano anche la nascita di una rete di avvocati che avranno il compito di sostenere pazienti e camici bianchi. 

In alcune Regioni obiettori al 90%. I ginecologiobiettori di coscienza sono in numerosi in molte Regioni, un problema che a volte rende complicato interrompere una gravidanza non desiderata. "In alcune zone come Lazio, Campania, provincia di Bolzano i medici obiettori sono oltre il 90%, e questo spesso costringe le donne ad andare in un'altra regione - spiega la presidente Silvana Agatone - per le interruzioni nei primi tre mesi solo il 64% degli ospedali italiani è disponibile, mentre la legge prevederebbe che fossero il 100%. Per quelle superati i 90 giorni, che si fanno in presenza di gravi patologie del feto o rischi per la mamma, le strutture disponibili sono molte meno, e cominciano i pellegrinaggi che portano addirittura all'estero". Secondo Agatone le statistiche del ministero della Salute, che parlano di pochi aborti a settimana per i medici non obiettori, sono falsate. "Ci sono centri che fanno 70 interruzioni a settimana, e altri che mettono a disposizione al massimo due posti letto - spiega - nelle seconde è ovvio che risulta che i medici hanno fatto pochi aborti, ma quello che non si vede è che probabilmente le donne sono state costrette ad andare da un'altra parte'.

La rete di legali che sostiene le donne. Per questo Laiga ha inaugurato una rete nazionale di avvocati aiuterà le donne che hanno avuto difficoltà nell'accesso all'interruzione di gravidanza. "Attualmente i medici non obiettori applicano con preoccupazione la legge 194 - spiega la presidente Silvana Agatone - non solo perché le strutture non forniscono i mezzi ed il personale necessario, ma anche perché si opera tra mille difficoltà anche burocratiche e organizzative. A tutela delle scelte degli operatori, sarà presentata una rete di avvocati presenti su tutto il territorio nazionale, pronti a seguire l'iter di eventuali denunce nei confronti dei ginecologi e del personale non obiettore e a salvaguardia delle donne cui non siano riconosciuti i propri diritti riproduttivi".

Formazione dei camici bianchi. A questa rete, spiega Agatone, se ne affiancherà un'altra di tutte le associazioni coinvolte nella tutela della salute riproduttiva della donna. "Questo servirà a concretizzare alcune richieste che riteniamo urgenti - sottolinea ancora Agatone - dalla formazione dei giovani, che nelle scuole di specializzazione non viene fatta, all'introduzione nei turnover dei medici non obiettori, all'aumento della prevenzione attraverso la contraccezione d'emergenza all'uso in tutta Italia della Ru486".

La soluzione nel Lazio. Nel Lazio l'obiezione di coscienza ha raggiunto livelli mai visti tra ginecologi, anestesisti e infermieri. Ora le nuove linee guida sul funzionamento dei consultori familiari potrebbero cambiare la situazione. Con un decreto, il presidente Nicola Zingaretti ridefinisce, ha ristretto il diritto a non applicare la legge sull'aborto.


Obbligo di prescrivere la pillola del giorno dopo. Il decreto, infatti, se da una parte impone a chi lavora nei servizi territoriali l'obbligo di prescrivere tutte le forme di contraccezione, e senza potersi appellare ad alcuno scudo "morale" nemmeno per la pillola del giorno dopo, dall'altra ricorda ai medici i loro doveri verso la legge 194. Nessun medico può rifiutare ad una donna la prescrizione di un contraccettivo, pillola del giorno dopo e spirali. (epubblica.it)

"GESÙ SPOSÒ MADDALENA ED EBBERO DUE FIGLI", IL NUOVO LIBRO CHOC FA SCOPPIARE LA BUFERA

LONDRA - Già sta creando non pochi grattacapi, nonostante non sia stata ancora pubblicato: nuovo libro sulla vità di Gesù ha già scatenato forti polemiche. 
Si tratta di 'The Lost Gospel' (il Vangelo perduto), realizzato dal professore canadese di studi religiosi Barrie Wilson e dallo scrittore israelo-canadese Simcha Jacobovici, che rivendicano di aver «decodificato» un manoscritto di 1450 anni fa: la 'Storia ecclesiasticà di Zaccaria il Retore, conservata alla British Library di Londra, e contenente la 'provà che Gesù Cristo sposò Maria Maddalena ed ebbe da lei addirittura due figli. Secondo il Sunday Times, queste affermazioni hanno causato la reazione di alcuni eminenti studiosi britannici e della Chiesa d'Inghilterra, che hanno bollato quello che si propone di essere un testo di storia come uno dei tanti romanzi, fra cui 'Il Codice Da Vincì di Dan Brown, su fantomatici vangeli apocrifi o perduti. Ma i due autoriinsistono e hanno ottenuto addirittura l'autorizzazione a presentare ai giornalisti la loro fatica letteraria nelle sale della British Library, mercoledì prossimo.
(Leggo)

Notizia Choc ..Ha forti dolori all'orecchio, va dal medico e scopre che...Video ..Guardate

Katie Melua ha un ragno che le vive nell'orecchio

Un ragno che alberga nelle orecchie di una donna, un piccolo animaletto pericolosissimo che si insinua nelle cavità anguste dell'organo uditivo e lì vive, depone uova, crea ragnatele,provocando disturbi allo sfortunato essere umano ospitante.

CELINE DION ABBANDONA LE SCENE. IL RACCONTO DELLA MALATTIA
Quello che di primo acchito potrebbe sembrare un racconto del terrore a firma di Edgar Allan Poe, è invece quanto realmente accaduto a Katie Melua, nota cantante britannica di origine georgiana che con la sua “Nine millions bicycles” ha occupato i primi posti anche delle classifiche italiane.

Un incubo, un vero e proprio incubo degno della migliore letteratura noir di tutti i tempi.
ECCO IL VIDEO CHOC

GUARDA LE FOTO DEL RAGNO CHE VIVE NELLE ORECCHIE 
Dopo un lungo periodo di disturbi all'udito, fischi alle orecchie e il timore che si trattasse di acufeni - danni auricolari molto frequenti nei cantanti - Katie Melua si è rivolta a un otorino che ha fatto la macabra scoperta.

Il ragno, la cui foto è stata poi twittata dalla cantante (ECCOLA), era entrato nel suo orecchio attraverso 
degli auricolari o cuffie da lei utilizzate.

Secondo quanto riportato, il ragno prima avrebbe scelto come dimora i supporti auricolari, poi, una volta venuto in contatto con l'orecchio umano, avrebbe prediletto questo come "nuova casa".

GUARDA LE FOTO DEL RAGNO CHE VIVE NELLE ORECCHIE

Il medico ha provveduto a rimuovere l'intruso attraverso un apparecchio solitamente usato per aspirare il cerume e, nonostante la paura e l'allarme, Katie Melua non ha riportato alcun danno permanente...se non una lieve aracnofobia!
(  funweek.it )

sabato 8 novembre 2014

NOTIZIA CHE LASCIA SENZA PAROLE ..GLI STACCANO L'ACQUA E HA UN MALORE PENSIONATO ...

AGRIGENTO - Muore di infarto davanti agli operai del gestore idrico che si erano appena presentati nella sua abitazione per effettuare il distacco del contatore dell'acqua. È successo a Lucca Sicula, paesino di 3.000 abitanti nell'entroterra agrigentino. La vittima si chiamava Salvatore Tafuro, pensionato di 68 anni. 
I suoi familiari hanno presentato un esposto alla Procura di Sciacca per accertare eventuali responsabilità. Il sindaco di Lucca Sicula Giuseppe Puccio ha informato dell'episodio il prefetto Nicola Diomede, che ha già convocato una riunione ad Agrigento lunedì mattina. Il pensionato si sarebbe sentito male durante la visita nella sua abitazione di alcuni operai della società Girgenti acque, quella che gestisce gli impianti idrici in provincia di Agrigento. Stando a quanto si apprende il pensionato sarebbe stato un utente moroso, e dunque non era in regola col pagamento di alcune bollette arretrate. Con gli addetti della società idrica sarebbe nato un diverbio. (Leggo)

Allarme Creme bebè tossiche: Ecco la lista nera. Anche la Chicco e altre 6 famose marche LEGGETE

Molte creme anti-arrossamento per bebè contengono un conservante, il phenoxyethanolo, che ha possibili effetti tossici sulla riproduzione e lo sviluppo.
Cosa c’è dentro le creme protettive usate per il cambio dei bebè? Una domanda più che legittima visto che si tratta di cosmetici dedicati ai piccolissimi, e in quanto tali devono essere ultra-sicuri, e che, per giunta, sono usati in una zona estremamente delicata del corpo dei neonati.
Le paste antiarrossamento agiscono in prossimità degli organi genitali dei bimbi e dunque, ancor più di altri cosmetici, devono essere usate con cautela e prestando la massima attenzione agli ingredienti che contengono.
Lo scorso novembre l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (Ansm) ha invitato a non usare il phenoxyethanolo nei prodotti che vengono applicati sui glutei (le creme protettive appunto o le salviettine profumate) e di ridurre la sua concentrazione dall’attuale 1% allo 0,4% in tutti gli altri cosmetici.
Il phenoxyethanolo è un conservante ampiamente usato nei cosmetici ma da tempo sotto la lente di ingrandimento per i suoi possibili effetti tossici sulla riproduzione e lo sviluppo. Sospetti che sembrano sempre più fondati se l’Ansm è arrivata a raccomandare di non utilizzare il composto nei cosmetici destinati ai bambini sotto i tre anni di età.

In attesa che anche le autorità europee procedano a una rivalutazione del rischio, per precauzione sarebbe meglio evitare, a priori, i marchi che usano questo conservante.
Il settimanale Il Salvagente ha pubblicato il risultato di un ampio test incentrato sulle paste protettive per il cambio dei neonati e ben 6 le creme su 15 sono state colte in fallo per la presenza del “famigerato” conservante:
FISSAN Baby – Protezione e Natura
BABYGELLA – Pasta protettiva
AVÈNE Pediatril – Crema per il cambio
CHICCO – Pasta lenitiva
DERMOGELLA bébé – Baby Paste
FISSAN Baby – Pasta Alta Protezione
Le creme prese in esame in cui il il phenoxyethanolo è risultato assente sono:
WELEDA – Baby crema protettiva alla calendula
PURIS Baby care – Pasta protettiva
PASTA HOFFMAN – Lenitiva antiarrossamento
NIVEA BABY – Pasta protettiva emolliente
MUSTELA
AVEENO Baby – Crema barriera
JOHNSON’S PEDIATRIC – Baby Pasta Protettiva
PENATEN – Pasta protettiva
A-DERMA – Eryase crema
Nel caso delle paste protettive per il cambio dei pannolini, poi, l’invito del Salvagente è di privilegiare prodotti naturali privi non solo di phenoxyethanolo, ma anche di parabeni e petrolati, questi ultimi sostanze di bassissima qualità ottenute dal petrolio e che sono diffusissime in questi cosmetici. (.retenews24.it )