mercoledì 8 gennaio 2014

Scambiato per un rapinatore Tre anni in cella da innocente LEGGI LA SUA STORIA

Tre anni e otto mesi. Tanto ha passato in carcere Angelo Cirri. All'alba del 9 aprile 2004 è stato arrestato, portato via ancora in pigiama davanti ai figli. E' stato trattato come un criminale della peggior specie. L'uomo era accusato di una serie di rapine. Ma non era lui il ladro mascherato di Grottaperfetta, quartiere di Roma. I testimoni parlavano di un uomo dal forte accento campano. Peccato che Angelo fosse romano. Le evidenze erano a suo favore ma questo non gli ha evitato la cella. E ora, solo dopo 10 anni, arriva anche il risarcimento: "Ma la mia vita non me la restituirà più nessuno".

Dopo un'interminabile odissea giudiziaria la Corte d'Appello di Perugia ha stabilito che Angelo Cirri è stato vittima di uno "scambio di persona". Per lui è arrivata un'assoluzione con formula piena e un risarcimento. La prova della sua innocenza era arrivata già due mesi dopo l'arresto. Il Dna ricavato dal mozzicone di sigaretta fumata dal rapinatore, infatti, non era il suo ma quello di un campano, Antonio Di Pasquale, arrestato solamente nel 2008. Lo stesso Di Pasquale ha confessato i suoi crimini ma questo non ha evitato a Cirri che il calvario giudiziario proseguisse fino a pochi mesi fa.

"Ma la vita non me la restituirà nessuno", ha sospirato Cirri dopo il risarcimento. Anche perché trovare un lavoro è molto difficile, per un uomo con la fedina penale non cristallina dopo una condanna, seppur cancellata, di 13 anni di reclusione. All'epoca dell'arresto, Cirri aveva 33 anni ed era disoccupato ma anche dopo l'assoluzione non riesce a trovare più di impieghi di fortuna. In carcere aveva provato due volte a suicidarsi, provando a impiccarsi con un lenzuolo. Ora, dopo il risarcimento, la speranza di una nuova vita. Con un lungo, indimenticabile, buco nero.

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